così rileva Enrico Colaiacovo del Comitato civico per Un Manifesto per L'Aquila dal Convegno "La nuova L'Aquila e la sfida della ricostruzione"
Terremoto a L'Aquila con un dopoterremoto ancor più violento!
Per chi è nato o ha avuto modo di amare L'Aquila è una amara costatazione l'incapacità italiana attuale di assumersi responsabilità verso il futuro, per chi a l'Aquila ci vive e, scampato, vorrebbe continuare a starci, oltre al danno, oltre la distruzione del futuro, c'è anche la beffa di un presente efficientismo di facciata sostanzialmente non responsivo che con l'autoritarismo e la paura cerca di imporre proprie, inutili regole: a che vi serve ricostruire una città se ne state distruggendo l'anima? Errori nella mancata individuazione di un futuro definibile per la città, errori nelle localizzazioni delle aree.
Abbiamo dovuto subire in silenzio l'occupazione della protezione civile, (che tempestività quel 6 aprile!), e a due mesi di distanza non ancora si conoscono le direttive per ricostruire le semplici abitazioni, figuriamoci se qualcuno possa essersi posto il problema di come sarà L'Aquila tra dieci anni.
Mai una consultazione, una discussione a più voci sul futuro della città: è stato finora solo un problema di vigili del fuoco, di paure : un flop comunicativo voluto e imposto per quali motivi?
Grazie anche ai nostri tanti amministratori locali, stiamo sperimentando gli effetti nocivi del pensiero unico a cascata: la botte dà il vino che ha, è capitato così, non cercano certo consigli, recitano a soggetto, completamente autonomi dal loro elettorato.
Capito questo, sono nati tanti comitati, ma ci vorrà tempo perchè il meglio venga fuori, speriamo in forma non violenta, qualcosa si muove, ci sono tanti giovani, e in questo senso c'e speranza di impedire ulteriori scempi.
Possiamo unire le forze ma sono loro, i cosidetti nostri rappresentanti che, in concreto, operano: ci rimane solo una azione di vigilanza e controllo che potremmo strutturare in modo nuovo, efficiente, costante, per impedire altre stragi di futuro.
Intanto partecipiamo ai tanti centri di aggregazione virtuali e fisici (almeno in questo qualche amministratore potrebbe collaborare fattivamente!) ove la discussione possa aver luogo liberamente e sviluppare un sentire comune che amplifichi e dia forza a quello che le persone più preparate o sensibili hanno già intuito e magari debolmente propongono.
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