sabato 27 marzo 2010

Crisi: momento che separa una maniera di essere da altra differente

E' crisi di crescita: un' altra possibilità di risveglio per qualche spirito pigro ancora in sonno, che vede solo nel tempo il miglior medico, o per altri occasione di abbandonare definitivamente i vecchi pregiudizi e rendersi conto che stavolta è diverso: il terremoto ha costretto al cambiamento ciascuno di noi ed obbliga alla massima trasparenza; di conseguenza è bene rapportarsi agli altri presumendo la buona fede., e non vergognandosi di chiedere conto o di rendere conto.
Vorremmo poter avere un po’ di fiducia anche nei confronti dei nostri amministratori se accettassero il dialogo: insistono nel vecchio modo di porsi , e non hanno capito che la trasparenza è d’obbligo, ora. Come la fiducia.
Lo è perché prerequisito alla partecipazione, senza la quale nessun futuro è possibile. Qualcosa è cambiato, a L’Aquila, quel 6 di Aprile dello scorso anno.
La trasparenza ci serve per conoscere lo stato delle cose, gli atti, le intenzioni, la partecipazione per progettare noi il nostro futuro.
Ma dobbiamo essere in tanti a partecipare, non certo solo i 6000 delle carriole.
Le carriole sono solo un simbolo della nostra presa di coscienza : possiamo farlo!
Siamo all’inizio di un movimento, ancora deve cominciare un’azione di contrasto che possa dirsi tale: e non la si organizza solo con le carriole o la resistenza.
Avremo la fase della proposizione e dell’azione in cui sarà possibile ad ognuno esprimere il meglio ma sarà la crescita della consapevolezza globale e la capacità di fronteggiare realmente le nuove sfide come movimento che permetterà la selezione della nuova classe dirigente. Le mezze misure non servirebbero a nessuno, nell’Aquila del futuro: o sarà molto meglio di prima, oppure L’Aquila non sarà, perché gli altri paesi non staranno sempre a guardare e non possono comunque permettersi un centro direzionale non eccellente, vecchio e frenante.
Un pit-stop necessario a individuare il percorso più adatto al momento presente: guai a pensare d’aver vinto la partita prima ancora che l’avversario mostri d’aver guardato le carte.
E gli avversari sono tanti: commissari, vice commissari, governatore, sindaci, consiglieri, amministratori, non solo di condominio ma anche, consiglieri e presidenti vari, la burocrazia, anche quella minuta, la piccola borghesia aquilana che rivendica il ruolo di parassita, le imprese di un certo tipo, quelli che ridevano, quelli degli affitti triplicati, quelli che facevano scorte di tutto oltre il necessario, quelli che stanno sfruttando il terremoto per mettere qualche soldo da parte, clero, partiti e istituzioni che dormono , e , buon ultimo arrivato, il partito dell’amore che vince sull’odio.
Ma uno sguardo ego centrato, pur necessario per sopravvivere, non aiuta ad individuare obiettivi ambiziosi di medio e lungo periodo, nè un progetto ampiamente condiviso.
Poi c’è la fretta, la stanchezza, l’immaturità che, per fortuna, si compensa con l’integrità morale, la forza, la passione.
Gli errori possono derivare dalla provocazione, dalla virulenza oscena di avversari in cerca di consenso elettorale, ma tranquilli, non sono quelli i nostri termini di confronto.
Qualche passo indietro è inevitabile, ma siamo solo nella fase del risveglio: un po’ d’acqua fresca sulla faccia, e via con nuova energia e con la voglia netta di recuperare, di mettere a punto il meccanismo, nella comune convinzione che vanno messi da parte egoismi e piccole questioni, che la lotta è comune, è di tutti, è una lotta per l’acquisizione della consapevolezza che se non riusciremo a rifare una città migliore di come era prima meglio sarebbe stato far le valige subito: meno stress per tutti.
Nelle prime fasi di un movimento è abbastanza ovvio che chi ha più forza la mette, non significa certo ipotecare futuri equilibri, è lo stato collettivo di necessità che porta il capace del momento a esprimere con maggior forza il  messaggio. Altri momenti richiederanno altre persone “capaci” che vanno incoraggiate ad assumere, in trasparenza, responsabilità, non bloccate: ne va dell’interesse collettivo. L’importante è riuscire ad individuare un metodo di confronto interno improntato a valori di trasparenza, propositività, coerenza, fiducia, riscontro, possibilità di controllo, un metodo che ci consenta di rapportarci al mondo esterno con la velocità che tale mondo ha, senza rallentamenti o blocchi. Un metodo diverso da quelli che abbiamo utilizzato fino ad ora, che ci vede protagonisti tesi a realizzare il proprio credo a scapito dei compagni di cordata, che tenga conto della comune esperienza vissuta, e delle crisi vissute nel dopo terremoto, che superi la paura, paura di perdersi, di perdere, di essere sconfitto, o , peggio, ed è il vero problema dell’Aquila, che l’altro si avvantaggi!
Fiducia reciproca, trasparenza, esplicitazione degli obiettivi, coerenza sono da assumere a parametro valoriale di un modo di rapportarci, di essere individui proattivi a L’Aquila oggi, in questa fase di transizione.
Consapevoli che solo trasformando la sofferenza che ci ha accomunato in umiltà, tolleranza, attenzione all’altro può svilupparsi un modo di vivere più adatto al futuro de L’Aquila: potrebbe essere questo il vero tesoro, l’aver capito la lezione del terremoto.

venerdì 19 marzo 2010

Libertà è partecipazione!

Consiglio di volpi: come rialzare il PIL elettorale.

Ieri mattina un combinato disposto, verbale,di Prestigiacomo Chiodi & C., dove C. sta x Cialente ed altri, ha imposto ai vigili del fuoco de L’Aquila di pulire Piazza Palazzo , sostanzialmente perché dovevano dare una dimostrazione di forza agli aquilani, agli scariolanti, che con la loro iniziativa sono riusciti ad informare tutti gli italiani che le cose a L’Aquila non stavano come il governo aveva raccontato per televisione.
Da maggio scorso noi ce ne eravamo accorti e lo abbiamo urlato a Roma “ Siete bravi solo alla TV , governo Berlusconi non ti vogliamo più”. Ma gli  italiani per tanto tempo hanno continuato a credere alla favola di una città ricostruita: l’aver messo in evidenza e reso noto a tutti che enormi quantità di macerie occupavano, a undici mesi dal sisma, ancora tutte le piazze de L’Aquila ha insinuato qualche dubbio… elettorale… e qualche domanda.
Le piazze sono state usate, da quelle ditte che avrebbero dovuto curare la messa in sicurezza e lo smaltimento delle macerie, come discarica, e adesso le ditte sono andate via, chi ha avuto, ha avuto… e Pantalone, paga!
Sì, hanno realizzato bei guadagni, puntellamenti inutili, residui lasciati nelle piazze, e ritardi nella ricostruzione. Grazie davvero. Ma i nomi delle ditte responsabili dello scempio sono top secret: hai visto mai che magari spuntano fuori Balducci &C., si, quelli che ridevano…, gli amici di Bertolaso!
Oggi finalmente comunque Piazza Palazzo sarà liberata dalle macerie, grazie soprattutto alla determinazione del popolo delle carriole, ed alla coscienza sporca di altri,  domani controlleremo se tutto è a posto,  etichetteremo il nostro differenziato.
Cercheremo di  controllare anche la differenziazione nei siti di stoccaggio e prevenire altri scempi.
Sono però ormai trascorse 36 ore , ed i permessi per controllare , pur pattuiti con il sindaco, non sono arrivati.
Siamo stufi di essere presi in giro da persone inaffidabili: continueremo il nostro giro in città con carriola, pala e ramazza, e , se troveremo Piazza Palazzo pulita, stapperemo lo champagne e ,da lì,  procederemo poi verso una o altre piazze, seguendo l’istinto e  togliendo altri cumuli di macerie: il Comune collabori, ci faccia trovare i cassonetti, non abbiamo più bisogno di permessi per entrare a casa nostra in una città dove l’illegalità, e la prevaricazione, proviene dalle istituzioni.

L'Aquila: la decenza è partita per una lunga vacanza

lunedì 15 marzo 2010

La rivolta delle carriole e la falsa coscienza ambientalista

Alberto Bazzucchi, ricercatore Cresa
Le macerie rappresentano un pezzo importante del nostro ragionare quotidiano e la reiterata, non violenta, “rivolta delle carriole” sta lì a dimostrarlo senza tema di smentite. Tuttavia, questo vincolo temporaneo allo sviluppo, lo potremmo definire così, che investe profondamente la nostra cultura, si intreccia con altri che hanno natura strutturale e presentano difficoltà probabilmente maggiori per essere rimossi.

...e qualche volta, pure di traverso!

notizie ... dalla stampa estera

FACCIAMO SCUOLA NEL MONDO
Lo scandalo di L'Aquila espone un sistema corrotto, composto di persone che hanno imparato a trarre profitto dalle emergenze

DISASTER CAPITALISM, ITALIAN STYLE
The scandal of L'Aquila exposes a corrupt system composed of individuals who have learned how to profit from emergencies


venerdì 12 marzo 2010

Come ripartire da un collasso annunciato

del sociologo Roberto Lettere (Osservatorio per la ricostruzione e lo Sviluppo delle aree colpite dal Terremoto)
La partecipazione civica ai processi decisionali A fronte di un vulnus causato alla comunità aquilana dalla realizzazione di new town ( insediamenti C.A.S.E. e M.A.P. ) in tema di socialità e comunicazione, sorge spontanea una domanda: qual’era la trama delle relazioni sociali preesistenti al sisma?

CARRIOLE A L'AQUILA DOMENICA 14 MARZO, Istruzioni ai partecipanti

Cosa si farà domenica:
1) Appuntamento a Piazza Duomo, ore 9:30.
2) SpaliAMO di nuovo L'Aquila, per la precisione Piazza Palazzo.
Orario di lavoro: 10,30-17:00
3) ci sarà come sempre la catena umana che così bene funziona ogni volta.
Vi chiediamo pertanto di disporvi subito in modo da formarla, senza perdere tempo ad accalcarci in prossimità delle macerie. lo spazio lì è poco, come avrete notato.
La volta scorsa, avevamo poche callarelle. Cerchiamo di portarle da casa.

x maggiori informazioni


mercoledì 10 marzo 2010

Domenica si replica: prove di colloquio con il Sindaco de L'Aquila

Egregio Signor Sindaco,
le scriviamo per inoltrare a Lei, in qualità di primo cittadino, alcune richieste che riguardano il lavoro che stiamo svolgendo da un paio di domeniche a questa parte. Facciamo parte di quello che qualcuno ha soprannominato “Popolo delle carriole”, ma siamo semplicemente dei cittadini che stanno dimostrando di voler partecipare al processo di ricostruzione attraverso azioni concrete che testimonino non solo il nostro impegno, ma anche e soprattutto la nostra capacità di progettare qualcosa di concreto.
Certo non svuoteremo il centro storico a carriolate, ma alcune tonnellate di quel pauroso gigante sono state selezionate ed hanno prodotto materiali riutilizzabili che, domenica prossima, cresceranno di volume.
Le chiediamo, perciò, di poter avere a disposizione un luogo, a L’Aquila, ove riporre questo prezioso materiale per evitare che eventuali incursioni notturne vanifichino il nostro lavoro, volto esclusivamente ad un progetto di ricostruzione vero, sostenibile e non calato dall’alto.
A tal proposito le richiediamo di non essere ancora una volta sulle prime pagine dei giornali per presunti tafferugli con le forze dell’ordine e di permettere a chi vorrà di continuare la selezione delle macerie di Piazza Palazzo, così come ci siamo prefissi. Abbiamo dimostrato di saper organizzare il lavoro in modo egregio ed una sua più partecipe disponibilità non potrà che aumentare l’ordine e, quindi la sicurezza.
In ultimo le richiediamo di poter avere all’interno di Piazza Palazzo un cassone per mezzo dell’ASM, che ci permetta di convogliare all’interno il materiale indifferenziato che, potrà verificare, essere assai meno di quello che qualcuno vuole far credere.
L'Aquila 10 marzo 2010                        Il popolo delle carriole

Non è solo Berlusconi: in Giappone anche gli arbitri interpretano... , rigore convalidato!

martedì 9 marzo 2010

FONTANA: Bertolaso bis, versione soft al burro

Incontro dei Comitati cittadini con Fontana

Una cosa si è capita: l’intervento del Commissario di Governo sarà simile ai puntellamenti che abbiamo visto: tanti soldi alle ditte ma utilità dubbia, in moltissimi casi. Conveniva puntellare solo ciò che doveva essere mantenuto, visto che il resto si sta comunque sgretolando.
La stessa cosa capiterà nella ricostruzione: la macchina burocratica, che con le ordinanze ha già previsto tutto, spenderà soldi e magari produrrà case, chiese o quartieri come nuovi che non diventeranno mai centri di vita, perché manca il progetto; Fontana è, per sua ammissione, alla ricerca …. di una vocazione per L’Aquila.
Bertolaso ha preteso di curare una città di cui non ha capito niente, se non appalti, paraculi e leccapiedi.
Qualche vantaggio per alcuni e danni enormi per la sopravvivenza della città: le scelte imposte sono una ipoteca di cui la città non potrà liberarsi facilmente.
Ora arriva Fontana con una visione altrettanto burocratica e piatta, nessuna intenzione di capire realmente la città, nessuna seria proposta, vaghe promesse: sembrava di essere in un vecchio collegio di educande. Questo è emerso oggi da un incontro con i vari comitati: crono programmi come Bertolaso, strappa pure qualche consenso ed applauso ai comitati che finalmente si illudono di avere trovato un interlocutore.
Ma poi ci dice che addirittura non ha ancora trovato una sede, che tutto dipende da soldi che Tremonti dovrà tirar fuori, insomma chiacchiere: l’unica cosa certa è che tutto sarà fatto così come previsto dall’ordinanza, in modo burocraticamente ineccepibile: un po’ di sorpresa solo quando qualcuno lancia l’idea che la vocazione per l’Aquila potrebbe essere “La città degli appalti”, ma è un attimo, nessuno ha nominato Balducci, si torna a parlare di aria fritta.
In fondo Fontana è un burocrate e molti aquilani si trovano bene, purtroppo, solo a livello burocratico: qui si lavora, non si fa politica. Non c’è una visione, una politica per la città.
Convinti che la politica sia quella del medico burocrate o commercialista, se ne tengono lontani.
Quando si parla di assenza della politica pensano che si parli solo di Cialente o Pezzopane.
Una volta allontanato Bertolaso, qualcuno ha capito.
Quale sarà il valore delle belle abitazioni rifatte magari bene, anche con contribuzione propria, in una città priva di progetto, di vita e di attività, qualche anno dopo che sarà andato via anche Fontana?
Quale sarà il prezzo di vendita per una casa bella in un centro storico spopolato e desolato?

lunedì 1 marzo 2010

28 febbraio: la vita torna a L'Aquila... è possibile sperare ?

più di qualche politico che cercherà di strumentalizzare la manifestazione proponendo ora una fretta che non hanno avuto per 10 mesi. Spero che abbiano ben notato, questi signori, che l'unico momento di tensione si è avuto verso una benemerita istituzione cittadina coinvolta in una inchiesta G8.
I disagi di questi mesi sono stati aggravati purtroppo anche da non isolati comportamenti anomali di aquilani che non hanno capito il terremoto.
Servono oggi comportamenti trasparenti di tutte le Istituzioni  e assunzione di responsabilità da parte di tutti: solo così si potrà dimostrare che in questi lunghi 10 mesi, a L'Aquila, nessuno, ma proprio nessuno, rideva. 




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