sabato 17 luglio 2010
Ricostruzione de L’Aquila:strategie per il futuro
L’annuncio, da parte del Presidente Chiodi, del workshop “Ricostruzione de L’Aquila:strategie per il futuro” che coinvolgerebbe nomi di prestigio, pensato per inaugurare la stagione del confronto e della partecipazione con i cittadini, suscita molte perplessità, stando alle evidenze dei social network e blog cittadini fino a una vera e propria crociata da parte di alcuni che fanno carico alla regione di agire, continuando a ignorare le richieste di coinvolgimento dei cittadini.
Ci sono state due grosse manifestazioni che hanno coinvolto la maggioranza di cittadini ed istituzioni locali, ci sono state le manganellate, permangono tutte le carenze che hanno portato alle manifestazioni, non si è ottenuto nulla… e la regione torna a parlare ora delle magnifiche sorti e progressive per non affrontare i problemi reali.
Un altro modo per dilazionare i fondi necessari per la ricostruzione, come la struttura di missione che avrebbe dovuto istaurare un clima di confronto con i cittadini ed invece viene vissuta dai più come una istanza burocratica cui possono avere accesso solo piccoli gruppi privilegiati di cittadini: irreperibile o difficilmente accessibile, linguaggio troppo tecnico, comunicazione inefficace, lontana dalle emergenze cittadine.
L’assemblea cittadina aveva chiesto a Chiodi-Cialente-De Matteis un confronto per porre fine al teatrino “i soldi ci sono – i soldi non ci sono”, al rimpallo delle responsabilità per il non avvio della ricostruzione, cose pratiche, attuali, concrete insomma, e la risposta che arriva dal trio è “ripensiamo tutto dall’inizio con i grossi nomi”.
Le due cose non sono certo in relazione, la proposta innovativa che con il workshop si vuole sviluppare non implica certo il rigetto del confronto proposto dall’Assemblea cittadina, ma questo appare e crea disagi e difficoltà nella serena valutazione della proposta.
Il percorso fatto in questi mesi dall’Assemblea cittadina è piuttosto propositivo, dai tavoli dell’assemblea sono usciti vari progetti che hanno preso piede ( economia sostenibile) , stanno sviluppandosi (mappatura dei bisogni CASE) , regolamento per la trasparenza, regolamento di partecipazione ed anche , dal tavolo tasse, la piattaforma rivendicativa fatta propria da tutte le istituzioni e forze sociali della città territorio che è stata proposta al governo nelle ultime manifestazioni e che, non avendo avuto esito positivo con il governo,
né la giusta attenzione dal governo regionale, causa il perpetuarsi di uno stato di tensione che non giova certo al confronto e a un dialogo che può essere invece molto costruttivo.
Che i risultati raggiunti sino ad ora non siano soddisfacenti è un fatto, le vie percorse fino ad ora hanno mostrato limiti; che si voglia tentare , da parte delle istituzioni un percorso che aprirà "la stagione del confronto e della partecipazione con i cittadini aquilani" è cosa lodevole verso cui sarebbe bene non avere pregiudizi.
Come sarebbe bene che non ci si sottraesse mai al confronto con i cittadini perché è in nome e per conto dei cittadini che si opera e ad essi deve essere reso il conto delle cose fatte e non fatte: nascondersi dietro le modalità non paga, gli errori sono umani, la trasparenza, oggi, è d’obbligo.
Solo la chiarezza può generare fiducia.
Guardiamo pure avanti, al futuro disegno della città, coinvolgendo davvero tutti, recuperando per intero la gamma di proposte dei comitati e dell’assemblea cittadina, dei cittadini e oltre (non sono poche le proposte) ma riserviamo la giusta attenzione al presente, al cittadino aquilano che sta ancora in autonoma sistemazione, sulla costa, in case provvisorie, senza lavoro, ai giovani senza spazi sociali, all’assenza di spazi per la socializzazione, al recupero di luoghi , e di ambiti,dove sia possibile per i cittadini praticare la partecipazione insieme con le istituzioni: abbiamo avviato un processo di partecipazione assembleare che molti ci invidiano, non intendiamo bloccarlo certo per il tardivo irrompere nel cimento dell’elefante Regione, con i grandi luminari della scienza e della notorietà.
Che le persone chiamate a partecipare siano i massimi esperti nei rispettivi campi può lusingarci ma non più di tanto se guardiamo ad un’età media di 66 anni, nonni di tutto rispetto, chiamati a progettare il nostro futuro.
Se si fosse pensato a consultare i cittadini avremmo potuto consigliare di integrare la commissione con esperti di partecipazione e tanti altri giovani ricercatori nei vari campi, antropologi, sociologi, economisti, giuristi , esperti di comunicazione, esperti web2.0 per la ricostruzione partecipata, trasparente e condivisa che frequentano le nostre assemblee: per noi comunque non è un problema , se c’è buona volontà e non solo presunzione accademica siamo tutti qui, disponibili a lavorare per L’Aquila come facciamo da mesi, esposti e disposti anche alle manganellate, gentili ma non tanto fessi da farci prendere in giro da possibili coperchi.
Se poi vogliamo proprio progettare la città per il 2020 cominciamo almeno ad ascoltare anche scolari , giovani operai e studenti che saranno i protagonisti veri , e su cui ricadrà l’onere delle scelte, e fare in modo però che almeno le forze giovani siano ben preparate oggi per arrivare all’appuntamento in buono stato di conservazione e pronti a sostenere le inevitabili battaglie future.
La protesta cittadina degli ultimi giorni va considerata come una richiesta ultimatum al governo, vanificata la quale, è inevitabile rivolgere l’attenzione alle istituzioni locali: se i soldi non ci sono , vogliamo saperlo, se ci sono vogliamo che siano utilizzati, siamo davvero stanchi delle strategie: dismettere la politica degli annunci e smettere il teatrino è anche una forma di rispetto verso i cittadini e verso il delicato passaggio che una popolazione terremotata sta vivendo.
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