giovedì 15 marzo 2007


...dalla Valle Subequana
L'Aquila Abruzzo Italy

Con buona pace di quelli che ancora sperano in Presidenti amici o compagni constatiamo che la situazione è quella che è, tutti ne siamo altamente consapevoli…e fortemente…rassegnati: a noi bastano i cinghiali.

La popolazione subequana ormai non si lamenta neppure più; accetta come normale il degrado, la noia dei giovani, la distruzione dell’arredo urbano, l’incuria, ’abbandono,l’aumento della rumorosità ambientale, movimenti estranei, strani arricchimenti, ostili finanche ad una vocazione ricettiva minima: isolamento, degrado e confusione!?

La legge dei numeri ci conferma che il declino è ineluttabile:
la maggioranza delle persone si sposta in città, la maggioranza domina, la minoranza è condannata a scomparire … è il destino delle zone di montagna, delle zone interne.
Ma… non ci piace, non lo accettiamo, non ci rassegniamo, e poi non per tutte le zone interne è così: ci sono tante eccezioni tenute su dalla forza, dalla passione, da particolari opportunità, da gente che ci ha creduto. Continuiamo a sentire la passione per il nostro paese, il dispiacere per la situazione presente, il piacere di stare nei nostri paesi, nelle nostre montagne, tra i nostri paesani.
Nasce dalla necessità di trovare risposte precise l’esigenza di uno strumento di comunicazione.Siamo convinti che la risposta si può trovare solo attivando la passione, coinvolgendo sia le persone che risiedono attualmente nella Valle Subequana che quelli che, pur fisicamente lontani, sono rimasti legati affettivamente ai nostri paesi.
Un giornale per provare quanto meno a capire meglio, a parlare, per ricostruire con valori nostri, autentici, veri e sentiti, un senso di comunità che ci consenta di resistere, di conservare autostima, di non essere presi in giro, sempre soggetti passivi di scelte adottate in automatico da altri sulla base di interessi maggioritari non nostri. Per quanto simpatico o in buona fede, qualunque rappresentante provinciale o regionale o altro, espleta legittimamente il suo mandato rispondendo a logiche di partito o di anelli amministrativi o lobbistici superiori: l’ultima cosa che può interessargli sono le necessità reali di una piccola comunità, anzi tende a distruggerne i valori fondanti come l’armonia o la coesione, per poter acquisire consenso di parte.
Quanto vale, in un qualsiasi paesino della Valle Subequana, la possibilità di rapportarsi con spontaneità a ciascun membro della comunità senza essere equivocato?, quanto vale la possibilità di vivere in armonia rispetto alla disponibilità di cento euro in più? Non è solo un problema di dirigenti capaci: il valore sociale degli uomini dirigenti dipende anche dalla capacità di entusiasmo che i cittadini riversano in loro.
Al di là della valenza degli amministratori, il difetto sta nel metodo e negli automatismi: rispondono tutti ormai a logiche diverse, quantitative… e noi siamo piccoli, destinati a soccombere... o a trovare da soli la via del nostro sviluppo reale.
Eppure oggi è forse possibile un riscatto delle zone interne, a condizione che si prenda coscienza della necessità di stare uniti e si individuino insieme i passi da fare per delineare un nostro sviluppo.
È possibile sia per l’invivibilità dei grandi agglomerati urbani, sia perché le reti informatiche se ben utilizzate possono sopperire alle difficoltà di accesso delle nostre zone e consentire l’espressione delle potenzialità e la fruizione di quei valori tipici di queste zone come natura, silenzio, relax, acqua ed aria puliti.
Cercare di capire insieme come essere una comunità unita, e che cosa ha questa comunità da offrire al mondo, può essere un modo di aiutare i giovanissimi a sottrarre le energie esuberanti alla noia e al rumore per convogliarle in progetti divertenti, interessanti ed utili per loro e per il futuro della nostra Valle.
Cominciamo a parlarne, costruiamo insieme un centro di resistenza attiva: il nostro foglio è aperto a tutte le collaborazioni
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