lunedì 30 luglio 2007
fuoco amico ?
Incendi, in Abruzzo va a fuoco anche la prevenzione (che non c’è)
Collepietro, the day after : un paesaggio lunare, arso, dove si coglie ancora l'immanenza del pericolo, emergono antiche paure.
Inimmaginabile! Difficile accettare che tanta violenza della natura si sia accanita su un paese preso letteralmente nella morsa del fuoco (dopo giorni di operazioni di spegnimento nelle zone circostanti): il desolante paesaggio ci ricorda i nostri limiti, la nostra fragilità e purtroppo l'atavica rassegnazione.
A leggere i commenti dei politici si rimane ancor più senza respiro: possibile che non si colga il senso di quello che ci capita, non riusciamo a capire che se i nostri paesi sono senz'anima non c'è santo che tenga: sono destinati a scomparire comunque, le case servono se ci sono i giovani, i cinghiali servono se anche l'uomo è messo in condizione di sopravvivere.
Ci illudiamo che si possa sopravvivere senza stare al passo con i tempi, scegliendo, per conformismo politico sociale e di budget (con società in house che succhiano il 90% del bilancio della provincia), di abbandonare i paesi piccoli perchè costano troppo per i voti che rendono.
I danni per la devastazione da incendio li addebitiamo solo e soltanto al padreterno.
Chissà a chi addebiteremo i gravissimi danni derivanti dall'inerzia regionale sulla informatizzazione, sulle autostrade dell'informazione ove i nostri politici ancora confondono la banda larga con bande di altro tipo e forse ne hanno paura.
Continuiamo a non vedere, non vogliamo assumerci le nostre responsabilità, ma il conto ci verrà presentato ben presto! Ai cittadini abruzzesi, non ai politici che, si sa, quando si tratta di ricostruire, monitorare, spendere i nostri soldi in pseudo-progetti avveniristici, sono sempre presenti!
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