Pare siano stati avvelenati gli orsi (stricnina?)e contestualmente si evidenziano veleni di natura burocratica nell'Ente Parco, ancor più grave del fatto è la notizia divulgata senza permesso.
Come se individuare il capro espiatorio ed imputare, per esempio, il reato di lesa maestà possa assolvere dalle responsabilità la gestione del Parco, la Politica o la società Abruzzese.
Gli stessi interventi di personalità della cultura si limitano agli scongiuri.
Sul Corriere del 4 ottobre la scrittrice Dacia Maraini interviene a difesa dell’Orso Marsicano e dell’abitante umano del Parco che “non può” aver deciso la soppressione degli orsi, fonte, per molti di benessere, armonia e reddito.
Paragona gli assassini agli incendiari di questa estate e conclude dicendo “dobbiamo trovare il modo per fermare la guerra di alcuni, nemici della bellezza e di se stessi, contro la natura ”.
Come non vedere che quello che succede è frutto dell’ambiente avvelenato non solo della criminalità, più o meno organizzata, ma soprattutto comunque l’effetto disperato dell’azione impotente contro la diffusa microcriminalità di Stato, che si esprime con burocrazia politica esasperante che impone scelte non condivise, ormai contenta di vincere o stravincere anziché convincere.
In Abruzzo da troppo tempo ormai i poteri pubblici sono sordi alle indicazioni del territorio, forti e impositivi con i nativi, deboli o cedevoli con gli apparati finanziari o malavitosi in espansione.
E’ un fatto che in Abruzzo si respira, ma di cui la sinistra/destra al potere non tiene conto, poi le cose capitano… e la responsabilità è sempre e soltanto del padreterno…
Che i politici difendano il loro “non essere” posso capirlo, che anche stimati scrittori ignorino il problema a me sembra il segno di una crisi profonda.
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