martedì 13 ottobre 2009

Una lettera di protesta, solo una lettera...

Sta facendo il giro da giorni sulla lista 3e32...

una innocua e scontata richiesta di ammissione di responsabilità su cui non c'è troppo da sperare...
Ma poi che importanza ha: è chiaro che le responsabilità ed eventualmente i meriti sono di chi ha operato e "non operato".
Non c'è da giubilare, come fa la televisione, nè da ringraziare alcuno solo perchè ha eventualmente fatto il proprio dovere.
Giusta e sacrosanta la protesta se le cose non vanno come devono andare... e meno male che c'è sempre chi da una mano..

Questa città va lentamente prendendo coscienza dei problemi vecchi e nuovi oltre a sisma e doposisma, ma è soprattutto di quelli che sono alla immediata portata della popolazione che dovremo occuparci
senza pretendere di cambiare il mondo: è stata offerta la partecipazione, non hanno voluto capire e non certo per fini nobili!
Se le autorità locali non sono in grado di dare risposta è molto meglio che facciano, ora almeno, quello che avrebbero dovuto fare

sei mesi fa:
dimettersi.

questo il testo della lettera
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Signor Sindaco Massimo Cialente, dott. Guido Bertolaso,

con questa lettera intendiamo ribattere con chiarezza alla Vostra chiara missiva congiunta del 10 ottobre.

E' vero: comincia a fare freddo, all'Aquila ed è un bene che il Comune dell'Aquila e il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile se ne siano accorti. Proprio perché ve ne siete accorti anche Voi, l'analisi che fate della situazione delle tendopoli necessariamente da smantellare, è perfetta.

Peccato che si dimentichi una premessa: la decisione di lasciare per così tanto tempo le persone nelle tendopoli è stata presa da Voi, che avete scientemente rifiutato l'uso  di altri sistemi utilizzati per la gestione dell'emergenza dopo altri eventi sismici e che, fra l'altro, avrebbero ben risposto alle indicazioni delle integrazioni al Metodo Augustus, finalizzato ad evitare lo spostamento delle famiglie interessate da un evento calamitoso dai luoghi di abituale residenza. 

Voi, che, insieme al Governo, avete fatto credere che tutti avrebbero avuto una sistemazione entro settembre. Quando questo si è rivelato impossibile (era il mese di luglio, ma lo si sapeva da tempo), il Presidente del Consiglio dichiarò che il termine ultimo per dare un tetto a tutti sarebbe stato novembre. Nello stesso intervento, la Conferenza Stampa dell'8 luglio al G8, il Presidente del Consiglio promise anche un altro G8 "entro l'anno" sulle catastrofi naturali, all'Aquila. Altra promessa - fortunatamente, questa - disattesa. Fu proprio Lei, dott. Bertolaso, a giustificarlo in seguito, dicendo che aveva parlato sull'onda dell'entusiasmo. Mentre Lei, dott. Cialente, cominciava a chiedere i Moduli Rimovibili anche per L'Aquila. Casette su ruota, li chiamava, se lo ricorda?
Bene, oggi voi garantite a tutti quelli che hanno una Casa E e F una sistemazione entro il 31 dicembre 2009. E' forse un gioco al ribasso? 

Voi, che ora chiedete ai cittadini un ultimo sforzo e che tirate in ballo il Natale, da passare tutti assieme all'Aquila, non siete nemmeno disposti a ammettere i Vostri numerosi errori, commessi in nome di una costruzione di 19 new town che disgregheranno una volta di più un tessuto sociale già devastato.

Voi che oggi vi accorgete che fa freddo e che fate una perfetta analisi della situazione dimenticandovi di ammettere che siete stati Voi a crearla. 

Così come vi siete dimenticati di Piazza d'Armi; della ricostruzione sociale, del lavoro; delle case A, B, C che pure citate (sono stati messi in campo tutti gli strumenti necessari, sì. Ma quando è stato fatto? Vogliamo parlare dei tempi?); delle soluzioni che, in Umbria, hanno garantito una ricostruzione soddisfacente senza la perdita dell'identità territoriale. Così come vi dimenticate di dire agli aquilani cosa sarà dell'Aquila fra dieci anni. Dell'Aquila di una volta, quella prima del 6 aprile, ma anche delle sue 19 new town.

Voi che in tempo di emergenza avete preso decisioni che avranno ricaschi a lungo, lunghissimo termine e avete ignorato ogni istanza proveniente dal territorio e dalla sua gente, oggi pensate, dopo sei mesi, che possa essere sufficiente per tutti un periodo di pochi giorni per attuare il trasferimento.

Voi, con le vostre decisioni dall'alto, ancora una volta sopra la testa delle persone, ignorandole nei loro bisogni più elementari. Voi, con il vostro assistenzialismo spinto e la presunzione di sapere cosa è meglio per tutti.

Mentre scriviamo, piove forte e fa proprio freddo. E Voi non dovreste avere il coraggio di chiedere ancora collaborazione. 
Almeno, non prima di aver pubblicamente ammesso i vostri errori.


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