giovedì 19 agosto 2010

Cantieriamo trasparenza e partecipazione, non nuove strutture che consumano territorio!

Nella riunione ristretta convocata il giorno 11 agosto dall'assessore Stefania Pezzopane con Sindaco, Curia, Regione, e CSV, per determinare l'impiego dei fondi disponibili per le infrastrutture ed i servizi sociali, sono emersi errori di merito e di metodo.
Errori ripetuti nella riunione che l’assessore Pezzopane ha tenuto ieri, 18 agosto con le associazioni prescelte, distribuzione a pioggia senza alcun piano sociale.
In ballo circa 35 milioni di euro , tra donazioni e contributo statale e regionale, che dovrebbero servire a finanziare progetti al servizio dei nuovi insediamenti del piano c.a.s.e.
E non solo.
Riuscire a cantierare 35 milioni di euro a L'Aquila, mentre il Comune piange miseria al cospetto dei cittadini, deve aver stimolato l'efficientismo dell'assessore Pezzopane, costretta ad operare subito, poiché almeno su nove dei milioni disponibili,pende la minaccia del ritiro. Essendo tale danaro disponibile da più di un anno. E l'immobilismo del Comune è tanto tangibile, quanto avvilente. La trasparenza una regola non praticata:l'assemblea cittadina è venuta a conoscenza della disponibilità dei fondi solo lo scorso 12 luglio.
L'improvviso attivismo dei soliti noti non piace affatto all’assemblea cittadina che può solo prendere atto e contestare la spartizione che non tiene in alcun conto le esigenze vere di una città terremotata e disgregata che avrebbe bisogno di un piano condiviso con la popolazione per le politiche sociali.
Si prevedono, infatti, solo finanziamenti di nuove strutture ai soliti noti.
I cittadini vorrebbero sentir parlare di ripristino dell'esistente e di minor consumo possibile di territorio, oltre che di maggior attenzione alle loro necessità. Al contrario, è parso che tale attenzione venga profusa solo sugli appalti.
Sembra che il terremoto non abbia minimamente scosso le coscienze, né le poltrone dei nostri amministratori che continuano a decidere nelle stanze chiuse. Ignorando i principi di trasparenza, partecipazione, consultazione e ascolto. Valori che emergono dall'assemblea cittadina di Piazza Duomo da ormai sei mesi, e che, solo a parole, sindaco ed assessore hanno fatto proprie, ma che, nei fatti, non sono in grado di praticare.
Non rendendosi conto del disagio enorme che vivono i cittadini e della manifesta crescente consapevolezza, si continua ad operare nello stesso becero modo con cui la politica ha creato all'Aquila innumerevoli problemi, alcuni dei quali emersi nella reale gravità solo a causa del terremoto e della gestione post terremoto, senza che nessuno abbia pagato i conti con la giustizia. Il tutto appare quale un chiaro segno delle medesime dinamiche che da sempre non consentono ai nostri amministratori un agire libero nell'interesse della città.
Servono opere e azioni concrete di prevenzione sismica. Serve creare aree attrezzate per l’emergenza, visto che permaniamo in zona altamente sismica
Servono spazi fisici per laboratori di partecipazione. Servono interventi per la formazione ed il rilancio culturale. Servono strutture mobili ed iniziative a tutela della salute in una città in cui il consumo di psicofarmaci aumenta ogni giorno. Serve ridurre il disagio psico-fisico, e non costruire cattedrali nel deserto. In spazi che non saranno mai utilizzati dai pochi Aquilani che resisteranno a questi giochi criminali ed affatto focalizzati sulle necessità specifiche del territorio.
Serve una “casa dei cittadini” anche per il centro storico dell' Aquila,al pari di tutte le frazioni ed i comuni circostanti: un posto dove socializzare, incontrarsi,condividere informazioni per aumentare la consapevolezza democratica sulle scelte politiche che i nostri amministratori,al loro posto per volontà popolare e, quindi, dalla medesima revocabili, si appresteranno a fare .
E' quanto chiede, da tempo e a gran voce, l'assemblea cittadina.
Oltre all’approvazione del Regolamento per la Partecipazione.
Un luogo attrezzato per assemblee e workshop. Con connessione internet. Un luogo stabile nel quale i cittadini che gravitano nel centro storico possano riunirsi con agio e sicurezza.
Potrebbe ipotizzarsi la collocazione nel Parco del Castello, nel Parco del Sole, o nell'Ospedale di Collemaggio. O ovunque, purché in zona squisitamente centrale.
Servono rappresentanti politici che svolgano il ruolo di interlocutori con la gente del popolo da cui hanno ricevuto mandato e che non siano solo amministratori poco trasparenti del danaro pubblico,millantando indagini dettagliate sulle esigenze demografiche ,come l'improvvisata, quanto strumentale indagine fatta svolgere dall'assessore Pezzopane nelle new town, attraverso la quale si giustificano arbitrari finanziamenti a progetti non condivisi dalla comunità . Meglio sarebbe parlare con franchezza e chiamare le cose con il proprio nome :”nulla abbiamo fatto fin'ora, siamo stati sordi alle richieste dei cittadini. La minaccia che i fondi vengano ritirati ci spinge a trovare soluzioni affrettate”
Trasparenza, ascolto e partecipazione: questa le parole chiave che la cittadinanza pretende.
Se ci sarà chiarezza,ci sarà una popolazione disposta a capire le difficoltà, e a continuare a farsi carico dei problemi della città, nonostante l’evidente crisi dei poteri locali e le tragicomiche da “Ultimi giorni di Pompei”
Senza di essa sarà difficile che lo scontento, troppo a lungo mortificato, non tenti il coinvolgimento dell’autorità giudiziaria, che paralizzerebbe del tutto l’attività amministrativa, o , più verosimilmente, esploda in rivolta.


Documento approvato dall’assemblea cittadina di Piazza Duomo ieri mercoledì 18 agosto 2010 - ore 19,30

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