Valle Subequana triste,
non dir che di tanti problemi
il mio non esiste.
Sono afflitto e desolato,
perone di tanti sogni
nessuno si è avverato.
La gente fugge via,
e i vecchi sono soli
al suono di un antica melodia.
Hai abbandonato i tuoi figli,
che da tanto tempo
non ricevono buoni consigli.
Terra di consorzi, parchi e d'affari,
di sedie di poltrone e di sofà,
di ricatti, di catene e di collari.
Storie, visioni e arricchimenti facili,
di fascie, di sfasci e di rinfasci,
di votazioni di guerre e di fucili.
Valle Subequana nuda,
non c'è nessuno che mi consoli
neanche la poesia di Neruda.
Mi fai sognare nel mio pellegrinaggio,
ma poi ripiombo giù in solitudine
come un topo alla tagliola nel formaggio.
Non mi dai nemmeno un pò di coraggio,
mi hai tolto anche la gratitudine
come in una scena di un naufragio.
Terra mia, piango e sento,
che la mia giovinezza
la porta via il vento.
Valle Subequana, tutti diversi,
so che non mi sentirai
quando leggerai questi versi.
So che tanto tu dormirai,
e della mia presenza
manco te ne accorgerai
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