Tra polemiche strumentali ed intolleranza, domani 11 aprile torniamo a Piazza Duomo con le carriole, per togliere le macerie ed elaborare un piano d'azione per ottenere , dai pubblici poteri mummificati ad oltranza, informazioni, per esigere trasparenza, per attivare la partecipazione dal basso.
Ma le elezioni sono finite. Evidentemente non erano carriole elettorali, anche se la dissociazione del consigliere Tinari viene da qualche cittadino così interpretata.
Le carriole metabolizzeranno ed andranno avanti, pronte ad abbracciare tutti, chiunque voglia partecipare. Sarà bene ricordare, a quel chiassoso consigliere, che gli aquilani, e le carriole, aspettano il regolamento per la partecipazione: lui può aiutare molto l'Aquila anche senza la carriola.
Lo faccia, gliene saremo grati. Ma non faccia proclami partitici: non ci sono interessi partitici, e lui lo sa bene, c'è una effettiva difficoltà a dialogare tanto con il Sindaco, quanto con il Governo o i Grandi Media, dovremmo trovare insieme il modo di sviluppare costruttività, partecipazione e lui, che è uno dei primi ad averlo capito, da aquilano, non si tirerà indietro. Ha tutta la nostra comprensione.
La strumentalizzazione è sempre in agguato, ma non ci sono padrini.
C'è qualche cittadino che è preoccupato per possibili scissioni o abbandoni, il rischio è sempre presente, ma la libertà è responsabilità: i giovani di oggi non sono come gli adulti, hanno eliminato molti dei difetti tipici della classe dirigente al potere, pensano davvero a soluzioni per la città, non per una parte della città. E si fanno carico del centro storico, loro , proprio quelli che dalla piccola borghesia aquilana venivano estromessi dal centro storico. L'hanno capito anche molti adulti, che vogliono una città nuova, partecipata, migliore de l'Aquila di una volta, e sono disposti a lottare insieme, con passione ed amore, per raggiungere un obbiettivo non semplice, tra macerie, ostacoli o difficoltà.
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