giovedì 5 novembre 2009

Il TERREMOTO al tempo di INTERNET

Lettera al quotidiano "Il Centro"

Secondo l'intervista rilasciata in data 4 novembre 2009 al Centro dal prefetto Gabrielli, le cause dei ritardi nella rimozione delle macerie a L'Aquila sarebbero da individuare nella Legislazione Comunitaria ed in Internet.
Parafrasando Marquez "L'amore ai tempi del colera" dico che questo è il terremoto ai tempi di Internet e della Legislazione Comunitaria. Legislazione Comunitaria che non tiene in alcun conto della eccezionale dimensione dell'evento e Internet perchè tutti sono ingegneri strutturisti, simologi e tutti discettano di tutto.

Come dire che con una normativa meno stringente e senza dover troppo rendere conto alla pubblica opinione non vi sarebbe alcun problema.

Le macerie sono cose concrete, gli strumenti per spostarle pure, se le norme non sono adeguate in sei mesi si può anche ottenere una risposta dalla Comunità Europea: in questo terremoto sono state fatte così tante deroghe... ma forse la cosa più problematica, e anche realistica, è che "questo è il terremoto al tempo di Internet".

Con Internet, è vero, tutti parlano di tutto ma nessuno è autorizzato ad interferire con il suo lavoro, se fatto nel rispetto delle norme, possono esservi pareri diversi ma chi deve prendere le decisioni non necessariamente deve tener conto delle chiacchiere se il suo operato è cristallino o almeno trasparente, chi deve decidere decide, altri possono criticare...

Più che un problema di ruoli o giocatori è però il contesto che conta: la trasparenza, il dover rendere conto anche quando si fa obiettivamente il proprio dovere; fino a qualche tempo fa esisteva un concetto di autorità che derivava dal potere istituzionale, cattedratico, televisivo, politico; questi soggetti sembrava esprimessero sempre l'oggettività, non potevano sbagliare: bastava l'assenso dei superiori a coprire eventuali errori dell' obiettivamente bravo funzionario, e l'autorità non sbagliava mai. Poi è arrivato Internet, e quindi la sostituzione del concetto di obiettività con quello di trasparenza.

Per dirla con David Weinberger :«La trasparenza è la nuova obiettività; nell’odierna ecologia della conoscenza va rimpiazzando parte del vecchio ruolo svolto dall’obiettività». La trasparenza prospera e si moltiplica in un medium (Internet) fatto di correlazioni continue, laddove invece nel cartaceo o in radio-Tv era l’oggettività pre-confezionata a farla da padrone: noi vogliamo, necessitiamo, possiamo avere e pretendiamo trasparenza».

Ha ragione il Prefetto, prima era più semplice, accontentare il Capo è sempre possibile, non scontentare tutti è ora molto più difficile, perchè tutti vogliono sapere e in qualche modo partecipare!

Dovrebbe essere l'orgoglio di una democrazia! Invece questa partecipazione viene avvertita come un ostacolo.

Ma non c'è alternativa: solo la trasparenza di tutto quanto è pubblico può dare un ruolo attivo al cittadino e costringere l'autorità a mostrare la scacchiera e far vedere che il suo lavoro è fatica e non gioco di prestigio.

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