sabato 26 dicembre 2009

L'Aquila e la partecipazione: confrontarsi con il proprio futuro

Una città italiana privata della sua identità culturale

Io tradurrei in questo modo "An Italian City Shaken to Its Cultural Core" che è il titolo dell'articolo di Michael Kimmelman pubblicato il 23 dicembre scorso sul New York Times : un 'analisi della situazione aquilana oggi, dei rischi che incombono e qualche proposta di soluzioni possibili, un punto di vista esterno che può aiutare.

Le versioni che circolano nella stampa e nei blog aquilani omettono la traduzione del titolo che sostituiscono con "LEADERSHIP FORTE".

In effetti il giornalista ritiene che, stante l'assenza di una leadership forte della classse dirigente, di una pianificazione urbanistica severa, oppure di "public forums where citizens might seriously grapple with a future L’Aquila", la situazione non appare rosea.
Da noi è assente una leadership forte, è assente la pianificazione, ed è assente purtroppo l'unica alternativa possibile,"forum pubblici dove i cittadini possano seriamente confrontarsi con il futuro de L'Aquila", ossia la partecipazione, quella chiesta per tempo , e a gran voce, dai Comitati Cittadini, e snobbata dalla Stampa e dalle Istituzioni locali.
Dai vari commentatori locali non viene presa in alcuna considerazione la possibilità della partecipazione, un processo che, se condotto bene, anche a L'Aquila potrebbe creare una leadership consapevole e quindi forte.
Un esempio di leadership forte è certamente quella di Bertolaso, ma con leggi speciali ed in emergenza, e con quanti problemi...
Difficile capire a quale leadership forte si faccia riferimento: un pettegolezzo come tanti altri, in questo periodo di apparenza televisiva.
Se la stampa si limita al pettegolezzo quando potrebbe innescare , essa stessa, il processo di partecipazione.... siamo lontani anche dalla ricetta Kimmelman: "Non una città perfetta, ma reale, vivibile che potrebbe diventare modello per un nuovo tipo di centro storico del 21 secolo in Italia."

Davvero molto lontani.. meno male che il 2009 ormai...
  • ... Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? 
  • Speriamo.

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