venerdì 7 maggio 2010

L’onda lunga del terremoto

di Luigi Fabiani su IL CAPOLUOGO

In questi giorni i problemi della crisi economica della Grecia e la scarsa attenzione della nostra classe politica ( 52 deputati presenti alla relazione Tremonti, come se davvero non interessi nessuno) evidenziano che i nostri problemi, quelli specifici del post – terremoto, non avranno spazio , né attenzione. Non che ne avessimo prima, ma adesso sarà difficile anche solo provare a parlarne. Ci troveremo impreparati a gestire il malcontento da terremoto economico: non abbiamo nessuna strategia collettiva, né voglia di parlarne, ci saranno lamentazioni, poi ognuno dovrà tirare la cinghia, e magari continuare a sorridere, sperando nella buona stella. La prima cosa è ammettere di averlo un problema: ma quante persone sono consapevoli ?, da alcuni commercianti apprendo che gli affari non vanno male perché adesso i soldi ci sono. Buon per loro, ma e poi è la stessa cosa per tutti? Quando , a giugno, finiranno i “soldi drogati” saranno, immagino, problemi anche per questi, ma sarà peggio per chi non può restituire perché non produce reddito: e non sono pochi. Ma sarà difficile per tutti far fronte al quotidiano in una situazione di minore reddito, prezzi aumentati e servizi inesistenti. Questo per dire che è interesse di tutti ammettere che un problema c’è, e che è interesse di tutti cominciare a confrontarsi per individuare soluzioni meno dolorose. Ma il confronto presuppone correttezza, rispetto reciproco, pari dignità, pari conoscenza. Veniamo da un periodo di emergenza dove la disinformazione ed il “riserbo” hanno giocato un ruolo nefasto ed hanno contribuito a creare un apparato pubblico locale convinto che la trasparenza è cosa incompatibile con una buona prassi di emergenza e ricostruzione: non è servita per la localizzazione delle CASE, vale ancora per la difficoltà di accesso agli atti del Comune, vale per la messa in vendita dei terreni di questi giorni, vale per l’agire di Sindaco e assessori che non si fanno mistero ormai di predicare , oltre che razzolare, male. Vane sono state sino ad ora la richiesta di un regolamento per la trasparenza, per la partecipazione: i nostri consiglieri sembrano trovarsi meglio nel “non capire”; non credo che loro siano meglio informati degli altri cittadini, solo accettano il sistema magari pensando a salvare la botteguccia. Serve trasparenza. Devono capire tutti che non ci sono dati secretati: non possiamo andare avanti con i …dice che. Per questo è necessario fare appello alla coscienza di ogni cittadino, in qualsiasi posizione si trovi: disporre dei dati è fondamentale per qualsiasi analisi credibile: e avremo bisogno di credibilità, di analisi corrette, inoppugnabili nei confronti dello Stato. Altra cosa che si potrebbe fare è assumersi l’onere, come cittadini, di pilotare noi un confronto ampio con tutti gli enti che possono rendere trasparenti e disponibili i dati di loro pertinenza,  e concordare una exit strategy. Lo stesso trattamento riservato ad altri cittadini in occasioni di altre catastrofi è la base di partenza, cui va aggiunto il danno di una gestione non proprio oculata, volta più all’apparenza che alla sostanza. Fondamentale anche approntare con tutti, nella massima trasparenza, dati alla mano, un progetto credibile, che tenga conto della sostenibilità. Mantenendo l’ottimismo: più che parlare dell’equazione REDDITO ZERO – TASSE ZERO io parlerei di MENO SERVIZI - MENO TASSE, ma sono slogan. Davvero importante ritengo essere la partecipazione, la compattezza dei cittadini che, se prima era un optional , ora è qualcosa da cui non si può prescindere: va ritrovata l’unità. 


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