Tra le tante iniziative intraprese a L’Aquila, c’è stata la nascita della Zona Rossa Crew, composta da giovanissimi rapper (il più vecchio ha 20 anni!) della città, ormai praticamente priva di centro storico. Dall’unione di queste voci nasce così, a un anno dal terremoto, il mixtape di 9 tracce “Voci dal cratere”. Non credo di esagerare se considero questo mixtape come la migliore testimonianza (almeno artisticamente parlando) di L’Aquila durante e dopo il terremoto: dallo smarrimento delle 3:32 del 6 aprile 2009, alla rabbia causata dalla mancata prevenzione, dalle false promesse, dalla strumentalizzazione del Governo e dalle menzogne mediatiche. Un mixtape che rapisce l’orecchio dell’ascoltatore sin dall’intro. Un ritratto della realtà disilluso, ma ciononostante lucido e non rassegnato, in cui emergono una totale sfiducia nei confronti della stessa politica che usa le macerie come passerella (vedi il G8) ma che poi fa poco per la ricostruzione e nulla per creare spazi socialmente utili.
Tra L'Aquila e Messina, testimonianza, commozione e riflessione: ecco perché l’hip hop batte il pop 2-0 di Gis Shady
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