domenica 14 febbraio 2010

La protesta sulle macerie: la prossima volta con le carriole!

 come l'ha raccontata il
TG3 nazionale delle 14 
e come è andata...

Carissimi
sarebbe il caso di essere presenti anche stamattina in piazza Duomo alle ore 12 all'iniziativa "io alle 3.32 non ridevo" della quale potrete sapere qualcosa in più al seguente link de ilcapoluogo:
http://www.ilcapoluogo.com/news.php?extend.1948.3
ciao
Gina

Una mail, un invito in piazza, nulla di più.
In piazza ci siamo andati, così , anzichè a messa, a far niente: una giornata di sole.
Quattro o cinque ragazzi sandwich con "io alle 3e32 non ridevo" e "riprendiamoci la città". su un grande striscione in fondo alla piazza la scritta RIPRENDIAMOCI LA CITTA', uno striscione di qualche tempo fa, uno slogan, snobbato da tutti, fino ad oggi.
Si parla di tutto fino a quando Giusi Pitari, la persona che ha lanciato l'invito su Facebook, invita "ce la facciamo una passeggiata?" e si avvia per il corso. Altri la seguono... arrivati ai quattro cantoni di fronte alle transenne che impediscono l'ingresso a Piazza Palazzo, ci si ferma, qualcuno vuole entrare. I poliziotti presenti cercano di dissuadere, poi di impedire poi.... le transenne saltano e c'è un grido di liberazione: tutti a Piazza Palazzo.
Qui giunti tanti , alla vista della montagna di macerie ancora in situ hanno espresso la loro indignazione gridando, al vento peraltro, vista l'assenza di qualsiasi autorità, urlando la loro rabbia, altri piangendo: era molta l'emozione per chi per la prima volta ha visto quello che le telecamere non mostrano: la montagna di materie non rimosse.
Un po di sit-in. Poi è arrivata la forza pubblica. Nessun problema.
Nessuna violenza, solo un pò di determinazione per infrangere un tabù che ci hanno cucito addosso per poter spadroneggiare nella città coprendo la inazione della protezione civile e autorità locali.
E' un segno , solo un pallido segno, che quando si vuole, si può.
Ci chiediamo in forza di quale potere la polizia fosse lì a bloccare l'ingresso visto che l'emergenza è stata dichiarata finita, ed il ripristino delle garanzie costituzionali dovrebbe essere conseguente: dovrebbe essere necessaria una ordinanza scritta di Sindaco o Commissario, che confermi quella delimitazione della zona rossa, informi i cittadini, etc... o vogliamo continuare alla maniera di Bertolaso. Gli intrallazzi, in questo nostro paese, si scoprono sempre a babbo morto, magari quando vengono meno le protezioni dei potenti, e si decide di buttare il trasgressore nel cestino, fino ad allora lo tengono in un clima di ricatto mafioso permanente, prono agli ordini dei potenti: e funzionari o politici di questa risma pretendono fiducia dai cittadini!
Magari ci vorranno anni prima che intervenga la magistratura anche negli appalti aquilani, e non solo sugli appalti...
Non è detto che l'Aquila ce la faccia, ma senza trasparenza negli atti pubblici (per capirci: Governo, Regione, Comune, e Provincia) la sua fine è ormai segnata: è solo questione di tempo.

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